Gianduja e Giacometta in una curiosa immagine d'epoca tratta dal sito Internet del Comune di Torino

martedì 26 gennaio 2010

Chivasso in festa per l'Abbà 2010


Un intenso fine settimana dedicato all'Abbà 2010 quello che si appresta a vivere la Città di Chivasso. Sabato 30 gennaio, al Castello di San Sebastiano, è in programma la serata di gala organizzata dal Magnifico Coro degli Abbà, in onore di Marino Fontana. L’appuntamento è per le 20.30 presso il “Cucinone” del Castello, dove gli ospiti saranno accolti per il ricco aperitivo; quindi, trasferimento al “Tinaggio” dove sarà servita la cena curata dal catering del ristorante “La Pace” di frazione Saronsella di Castagneto Po e quindi, intrattenimento danzante con l’orchestra “I Colori della Musica”. La quota di partecipazione è di 65 euro e le prenotazioni andranno comunicate entro domani, mercoledì 27 gennaio, presso l’Ottica Cena, in piazza della Repubblica tel. 011.9101580, oppure telefonando ai numeri: 011.9172516 (Germani) e 011.9101576 (Gallina). Nel primo pomeriggio di domenica 31 gennaio, invece, il corteo storico attaverserà le vie della Città con la partecipazione dell'Araldo di San Sebastiano, del Drappello Equestre delle Guaride d'Onore della Bela Tolera, del Magnifico Coro degli Abbà e della Filarmonica Giuseppe Verdi. Giunti in Duomo, l'Abbà 2010, Marino Fontana, offrirà il cero votivo all'altare di San Sebastiano. Alle 17.15, dalla loggia centrale di Palazzo Santa Chiara, il sindaco Bruno Matola consegnerà le chiavi di Chivasso al nuovo Abbà.


La figura dell'Abbà
Il Personaggio, sebbene abbia assunto solo dal 1948 il ruolo di Signore del Carnevale, vanta origini ben più remote, legate a feste, in un primo tempo pagane e successivamente anche religiose, risalenti all'incirca al XIV secolo.In questo primo periodo troviamo la figura dell'Abbà a capo della "Confraternita o Società degli Stolti", fondata sulle scia di analoghe iniziative sorte in precedenza in varie parti d'Italia (ad esempio l'"Abbazia dei Pazzi" di Torino). Per coprire le spese dei propri divertimenti, la nostra compagine di buontemponi ricorreva allegramente all'imposizione di tasse e balzelli tra i più curiosi, fino al punto in cui il senso dello scherzo svanì e la società degenerò. Nel 1434, dopo gli inutili tentativi fatti per sciogliere la Società, furono gli argomenti persuasivi del Prevosto di allora, don Giacomino Cresti, ad indurre i Soci a mutare abitudini. Da quel momento la festa della Società fu ridotta a cerimonia religiosa: fu assunto come Santo protettore San Sebastiano, in cui onore venne eretta in Duomo Una cappella, e la Società prese il nome di "Società di San Sebastiano".Da allora l'Abbà assunse la veste di patrocinatore e, successivamente, mecenate della festa. In occasione della ricorrenza di san Sebastiano, il 20 gennaio, egli, dopo aver assistito al vespro solenne in Duomo, sfilava per la città acclamato dalla popolazione, alla quale lanciava dolciumi ed arance. A quel tempo, in forza delle prerogative derivategli dal pubblico riconoscimento, avvenuto nel 1452 da parte della Credenza Pubblica della città, l'Abbà godeva di molteplici prerogative durante il periodo di carnevale tra cui il potere di giudicare su tutte le controversie fra chivassesi e liberare, se possibile, i carcerati. Con il passare del tempo e con il mutare della vita cittadina, con il rinnovarsi dei costumi e con la nascita di nuovi ideali, anche questa Istituzione pervenne al suo declino scomparendo definitivamente nel 1878. La figura dell'Abbà fu nuovamente riproposta a partire dal 1948 e assunta a Signore del Carnevale, accanto alla Regina: la Bela Tolera.

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